UCI, Lappartient propone “Giro e Vuelta a 17 giorni, con 3 weekend”
David Lappartient conferma la sua idea di ridurre Giro d’Italia e Vuelta a España. Nel suo processo di rinnovamento del ciclismo, il nuovo presidente UCI si è mostrato più volte intenzionato ad alcune importanti modifiche, tra le quali spera di poter inserire anche una diminuzione dei giorni di gara di due grandi giri, lasciando invariata invece la durata del Tour de France. Una proposta che si sente ormai da anni, che il dirigente francese non vuole forzare, ma che si augura possa realizzarsi nel quadro di un complessivo rinnovamento, non necessariamente comunque nel segno della modernità, con alcune proposte infatti rivolte anche al passato.
“Credo che il Tour debba rimanere di 3 settimane, è la vetrina mondiale, l’evento globale del ciclismo – spiega al quotidiano La Stampa – Giro e Vuelta invece potrebbero avere l’interesse a non superare i 17 giorni, con 3 weekend. Discutiamone, senza forzare nessuno. Rispetteremo il volere degli organizzatori”.
Una decisione dunque che non vuole essere unilaterale, ma piuttosto alla ricerca di un comune accordo, che vedrebbe tuttavia la Grande Boucle assumere un ruolo sempre più predominante, con gli stessi corridori che a quel punto, anche a livello sportivo, potrebbero vedere eventuali successi negli altri due GT sminuiti in ragione di un accorciamento che andrebbe a toccare uno dei cardini della specialità, con la durata che si è spesso rivelata un fattore chiave nella conquista della corsa.
Più conservative invece alcune idee, con la conferma di voler puntare maggiormente ad un ruolo centrale dell’Europa nel ciclismo, anche e soprattutto a livello di calendario (non a caso son state proprio le federazioni del Vecchio Continente le più coinvolte nella sua elezione, come confermano anche i suoi vice, nominati dopo l’entrata in carica). “Con 37 gare World Tour in 4 continenti siamo andati troppo oltre, va bene la globalizzazione ma senza esagerare – aggiunge quando Giorgio Viberti gli chiede se il ciclismo del futuro è destinato a vedere sempre meno corse in Europa – Il ciclismo deve appoggiarsi sulle sue radici, che sono in Europa“.
Intenzionato ad avere un ruolo più centrale nella gestione della sua presidenza, contrapponendosi in questo al suo predecessore Brian Cookson, che “delegava troppo”, Lappartient rinnova inoltre la sua intenzione di rividere la lotta al doping tecnologico, da tempo annunciata come una delle “priorità” del suo mandato. Ribadita inoltre anche la sua intenzione di rivedere alcune tecnologie che negli ultimi anni sono entrate nel ciclismo, condizionandone pesantemente lo svolgimento. “Sono contrario agli auricolari dei corridori e non mi piacciono i misuratori di potenza – ammette – Dovremo trovare un compromesso”.
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a rotazione non sarebbe male. ma i piccoli napoleoni vogliono fare i grandi generali.
Una sonora str****ta